A Rosario si sentono i cani piangere nella pioggia o si aprono vecchie saracinesche, di notte, quando i vialoni si fanno deserti, una metropoli vuota. L’aria sembra essersi indurita nonostante i tratti spagnoli, la faccia europea degli edifici, i palazzi più bassi per permettere la vista del cielo tra le strade sempre, sempre drittissime. Pochi, bianchissimi e specchiati, i grattacieli che nascondono le mazzette del narcotraffico per piani e piani e piani, che dal finestrino non riesci a vederne la fine. La città si orienta rispetto al grande fiume, l’acqua scura del Paranà, che scende forte dalle spettacolari cascate di Iguazù, nasconde pesci dorati tenerissimi, che restano carnosi anche una volta arrostiti nei chioschi che lo costeggiano.
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